Viviamo in un mondo dilaniato dalle guerre, da ingiustizie, dall’egoismo e individualismo, dalla necessità di autoaffermarsi come individui a discapito degli altri. Pare che la legge del più forte vince sempre sul più debole, ma non è così.
Una virtù è ancora più forte delle violenze e delle ingiustizie, agisce nascosta in piccoli gesti, piccoli miracoli quotidiani che solo i più attenti sono capaci di cogliere: si tratta della tenerezza.
Non parliamo solo di un sentimento dolce e di commozione, ma di un linguaggio universale, un aspetto dell’esperienza umana che trascende barriere culturali, linguistiche ed etniche. Essa si manifesta attraverso gesti, emozioni e comportamenti che condividono un nucleo comune: il desiderio di esprimere cura, empatia e affetto in modo non verbale verso l’altro. Questa qualità intrinsecamente umana non ha bisogno di parole per essere compresa: la sua potenza risiede nella sua capacità di attraversare le differenze, creando connessioni profonde e immediate tra le persone.
La tenerezza è capace di comunicare senza il bisogno di parole. Infatti, i gesti più teneri spesso parlano un linguaggio che va al di là di qualsiasi discorso verbale. Una carezza sulla guancia, un abbraccio, uno sguardo gentile o un sorriso, sono tutti gesti che veicolano un messaggio emotivo diretto: «Ti vedo, ti ascolto, ti capisco». Infatti la potenza della tenerezza si manifesta in chi vede le fragilità umane, le abbraccia e se ne prende cura. Agli occhi del mondo può sembrare un ingenuo, un buonista o un perdente, in realtà è vincitore nella scoperta della sua più profonda umanità.
Pensiamo che la tenerezza sia sinonimo di debolezza, ma si tratta di una forza delicata che sa abbattere le barriere del cuore umano. Gesù stesso ha mostrato una tenerezza immensa nel suo rapporto con i piccoli, gli ammalati, i peccatori, accogliendoli con gesti di cura e di misericordia. Ogni sua azione, ogni sua parola, era impregnata di una tenerezza che non giudica, ma che abbraccia.
In questo mese, Missio Giovani vuole testimoniare questa tenerezza con piccole azioni concrete e quotidiane che siano nuovi segni di speranza, e attraverso le immagini, la Parola e le parole: quelle degli artisti, dei cantanti, dei testimoni di ieri e di oggi. Visita il sito www.fondazionemissio.it per continuare questo cammino, che ci invita a seguire la tenerezza di Gesù, che si è fatto piccolo per insegnarci la grandezza del cuore.
Elisabetta Vitali POPOLI E MISSIONE- FEBBRAIO 2025